Qual è l’iter della produzione dei lingotti d’oro? Quali sono i passaggi e le fasi che vanno dalla realizzazione alla vendita? Qui di seguito troverete la descrizione dettagliata di tutto il processo: dall’estrazione del metallo prezioso fino al confezionamento e alla vendita del lingotto d‘oro investimento.
Innanzi tutto, è bene sapere che prima dell’inizio del processo di produzione del lingotto, c’è la fase di estrazione, raffinazione e produzione della materia prima. Si tratta di un procedimento piuttosto lungo e laborioso, che comporta la lavorazione di un grande quantitativo di roccia. Basti considerare che da una tonnellata di materiale roccioso si riescono a ottenere meno di 10 grammi di oro.
La roccia viene frantumata in piccoli pezzi e immersa in grandi quantità di acqua, cui viene aggiunta una piccola quantità di cianuro che permette la formazione di composti solubili con l’oro, a cui vengono aggiunti piccole quantità di carbone. La soluzione è, quindi, sottoposta al processo di elettrolisi, per separare e isolare quindi le particelle d’oro, che vengono essiccate in un apposito forno alla temperatura di 750 gradi centigradi per circa 10-12 ore, per poter rimuovere completamente tutte le particelle umide. A questo punto, può avere inizio il processo di produzione vera e propria del lingotto.
La prima fase coincide con la pesatura dell’oro: il metalli prezioso viene pesato in modo molto meticoloso, perché i lingotti devono avere un peso ben preciso a seconda della loro grandezza. Per questo tipo di operazione viene utilizzata dai tecnici esperti una bilancia di precisione, anche se in realtà – in questa fase - vengono lasciati alcuni centesimi di grammo di tolleranza, perché - dopo il processo di fusione - l´oro subisce un leggero calo di peso, che deve essere sempre calcolato nelle sue fasi di produzione.
Una volta pesata la quantità d’oro necessaria per la realizzazione del lingotto (il peso dell’oro naturalmente varierà in funzione della grandezza del lingotto che si dovrà realizzare), il metallo viene trasferito in un contenitore apposito realizzato solitamente in grafite – o in un altro materiale comunque molto resistente alle alte temperature di fusione cui è sottoposto l’oro - che prende il nome di crogiolo.
Una volta riempito con l’oro, il contenitore viene inserito in un apposito forno, che – durante la fase di fusione del lingotto - riesce a addirittura a superare la temperature di 1064 gradi centigradi. È questa, infatti, la temperatura in cui l’oro inizia a fondere ed è anche la fase più delicata, perché mentre l’oro si scioglie occorre intervenire per rimestarlo, in modo che il metallo prezioso si mescoli in modo uniforme e vada a riempire in modo omogeneo il suo crogiolo.
Solo quando l’oro si sarà completamente fuso, sarà possibile togliere il crogiolo dal forno; per capire se è arrivato davvero il momento basta guardare: quando non si notano più emissioni di fumo, il crogiolo inizia a diventare incandescente e ad assumere un colore rossastro, la fase di fusione è terminata. A questo punto, è necessario aspettare ancora qualche minuto – per accertarsi che la fase di fusione sia realmente completata – e poi versare l´oro fuso nella staffa che è stata preparata e precedentemente scaldata. La fase di riscaldamento della staffa è importante per evitare uno shock termico, ovvero il contrasto improvviso tra l’oro fuso a temperature elevatissime e il contenitore freddo, condizione che rischierebbe di rompere la staffa stessa e imporrebbe, quindi, di ricominciare tutto il lavoro di fusione dell’oro.
La fase successiva prevede – come anticipato – il trasferimento dell’oro dal crogiolo alla staffa, all’interno della quale il metallo viene lasciato freddare. Una volta raffreddato, il lingotto d´oro viene estratto dalla staffa e immerso in una vasca contenente acido nitrico. Con questo processo, vengono eliminate tutte le eventuali impurità depositate sulla superficie del lingotto derivate dal contatto con la staffa durante il processo di raffreddamento.
A seguire, sulla superficie del lingotto viene registrato il nome del produttore del lingotto, il peso e la sua purezza. A questo punto si ha un lingotto d’oro da investimento finito, pronto per essere messo sul mercato e destinato, quindi, alla vendita.