Continua la fase di crescita dei prezzi dei beni rifugio, a seguito delle sanzioni dell'Occidente alla Russia in risposta alla crisi Ucraina.
Con l'accumulo di sanzioni contro la Russia in risposta all'escalation della situazione in Ucraina, gli investitori continuano a tenere d'occhio il prezzo dei metalli preziosi poiché le forniture di materie prime potrebbero subire un brusco calo.
Secondo Colin Hamilton, analista delle materie prime di BMO Capital Markets, "ci aspetteremmo una ridistribuzione delle esportazioni di materie prime russe dall'Europa e dal Nord America e verso la Cina. La Russia si è già impegnata a inviare 100 milioni di tonnellate all'anno di carbone in Cina nei prossimi anni, il che aiuterà la Cina a compensare il divieto del carbone australiano".
Il reindirizzamento delle rotte commerciali esistenti si presenterebbe come dislocazioni temporanee nei fondamentali del mercato, ha affermato Hamilton nel rapporto. E le materie prime che saranno più esposte alla carenza di offerta sono proprio i metalli preziosi.
In particolare il palladio si distingue maggiormente tra tutti i metalli preziosi, poichè la Russia rappresenta il 39% dell'offerta globale raffinata. I prezzi del palladio sono già aumentati del 24% da inizio anno e qualsiasi ulteriore interruzione dell'approvvigionamento dalla Russia potrebbe portare ad una crescita ancor più significativa.
L'incertezza dell'offerta, in associazione alla ripresa della produzione automobilistica nella seconda metà dell'anno, ha visto aumentare i prezzi del palladio e si prevede che la Russia rappresenterà rispettivamente il 9%, 6%, 11% e 8% dell'offerta di oro, argento, platino e rodio.
Oltre alle preoccupazioni sull'offerta, l'attrattiva come bene rifugio dei metalli preziosi sta attirando sempre più investitori che sono alla ricerca di sicurezza in un contesto di crollo dei mercati azionari globali.
"Anche la domanda di investimenti come bene rifugio, sta spingendo al rialzo i prezzi, con l'oro che torna a nuovamente sopra 1.900/oncia", ha aggiunto Hamilton.
Materie prime come alluminio e nichel sono anche altre materie prime da tenere d'occhio, soprattutto in Europa e Nord America, a causa della forte richiesta.
"L'offerta russa non è necessariamente così significativa su scala globale, ma è ben consolidata nei mercati sviluppati. E forse ancora più importante, questi mercati hanno già una bassa disponibilità di scorte", ha affermato. "Lo spostamento dei flussi commerciali dovrebbe favorire la copertura delle scorte in Cina, che ora è un importatore netto di alluminio primario. Tuttavia, le preoccupazioni degli acquirenti europei saranno ulteriormente aumentate".
La crisi geopolitica che sta imperversando, ha agito come una molla sul prezzo non solo dei metalli preziosi ma dell’intero comparto delle materie prime. In articolare poi bisogna aggiungere che la crisi energetica determinata da basse scorte di Gas in Europa e forniture limitate, hanno spinto al rialzo i costi di produzione e di conseguenza anche l’inflazione balzata ai massimi degli ultimi dieci anni.
Ancora una volta l’oro ha rispettato il suo ruolo di bene rifugio, come da sempre sottolineiamo in queste pagine.
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Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
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