L’oro, l’argento, vengono sempre etichettati come bene rifugio. Ma allargando le nostre prospettive di investimento, ci rendiamo conto che invece è una componente essenziale per tutelare i nostri risparmi.
Le difficoltà di crescita in America, l’incertezza collegata alle future mosse di politica monetaria da parte della Federal Reserve, dove negli ultimi anni vi sono state speculazioni sul tasso di riferimento, hanno causato sempre più nervosismo sui mercati. Le difficoltà che l’Europa sta incontrando dopo l’evento che ha scosso i mercati finanziari, leggasi Brexit, ha incrementato i dubbi sulla prosecuzione della crescita dei listini azionari. In settembre il sentiment delle imprese europee è stato disomogeneo.
Ha meravigliato l'aumento dell'indice dei responsabili degli acquisti francesi, mentre i risultati del sondaggio in Germania sono stati invece piuttosto insoddisfacenti; in particolare l'indice IFO del clima degli affari, che è stranamente diminuito dopo il forte mese precedente.
In oriente anche l’economia della Cina che comunque rimane una potenza in crescita, sta mostrando segnali di surriscaldamento.
La crisi bancaria in Europa, riflette la situazione difficile che i mercati stanno vivendo in questo momento. Ecco quindi che, in un clima che vede i rendimenti obbligazionari in territorio negativo, diversificare i propri investimenti, in particolare nei metalli preziosi, è una formula che aiuterebbe le performance della propria asset allocation.
Il prezzo dell’oro da inizio anno ha ottenuto una performance stellare che ad oggi è pari al 24,6% riferito alle quotazioni in US Dollar. La Federal Reserve nell’ultima riunione com’è noto non ha voluto inasprire la sua politica monetaria e le dichiarazioni del presidente Yellen, si sono mostrate come di consueto vaghe. Ci sono, però anche di nuovo segnali “dovish” (ossia di una linea morbida), per cui le attese del mercato per dicembre restano praticamente invariate al 60%.
Il metallo prezioso ha una solida storia che lo rende non solo un investimento importante quando il ciclo dei mercati azionari comincia a scricchiolare, ma cosa molto importante è un ottimo strumento per coprire la svalutazione delle valute. Prendo ad esempio la Sterlina Britannica, di cui non è necessario ricordarne le vicende dopo il 24 giugno scorso, che ha visto una discesa netta delle quotazioni da 1.50 agli attuali 1.28. In questo caso il metallo giallo valutato in sterline, ha ottenuto un gain ancora superiore pari al 38,2%. Ed attualmente si attesta come miglior performance tra le valute major. In questo particolare momento storico, aumentare la componente legata al settore delle commodity, potrebbe rivelarsi una mossa vincente.
Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
DISCLAIMER: Le indicazioni contenute in questo messaggio non costituiscono in alcun modo delle raccomandazioni di acquisto o vendita: esse rappresentano una libera interpretazione dei mercati basata sull’analisi tecnica. Lo scrivente declina ogni responsabilità per le perdite derivanti dalle attività intraprese sulla base di queste analisi.