Nuovi massimi storici per il metallo giallo, mentre continua la corsa per il fratello minore. Andiamo a vedere quali sono le prospettive nel breve termine.
Il forte rally dell'oro di marzo è culminato in questi giorni, con il metallo giallo che è balzato brevemente registrando un nuovo massimo storico a 2.300 dollari l'oncia, dopo che la Federal Reserve Usa si è attenuta alle sue tre proiezioni di tagli dei tassi per quest'anno, arrestando solo brevemente la sua corsa, a causa di prese di profitto mentre il dollaro continuato la sua corsa verso l'alto.
Nel complesso, l’oro si sta ottenendo una buona performance da inizio anno intorno al 12%, mentre l’argento è riuscito a registrare un rally vicino al 20%, entrambi dopo aver subito lievi battute d’arresto nei mesi di gennaio e febbraio, quando i rendimenti del dollaro e dei titoli del Tesoro USA sono aumentati in risposta ai trader che hanno aggiustato al rialzo le aspettative di inflazione, ed alle prospettive di una diminuzione dell'entità dei tagli del costo del denaro.
Il 2023 è stato un anno forte per l’oro nonostante il vento contrario rappresentato dagli alti tassi di interesse. Non solo il metallo ha raggiunto un nuovo livello record verso la fine dell’anno, ma ha anche sovraperformato la maggior parte delle altre classi di investimento, ad eccezione del mercato azionario Usa.
Nel complesso, l’oro continua a sfidare il normale impatto negativo del dollaro e della forza dei rendimenti dei Titoli a reddito fisso, entrambi in rialzo quest’anno; il metallo prezioso è stato invece sostenuto da una domanda di beni rifugio legata a diversi rischi geopolitici in tutto il mondo e, non ultimo, dal forte sostegno sottostante da parte banche centrali e acquirenti al dettaglio di oro fisico e gioielli, soprattutto da India e Cina. Infatti l’acquisto di gioielli è rimasto resiliente nonostante sia un segmento di mercato sensibile all’aumento dei prezzi.
Inoltre, il superamento di quota 2.088 USD l'oncia all'inizio di marzo ha contribuito a innescare una domanda molto aggressiva da parte degli hedge fund guidati da fattori tecnici e di trend. Infatti durante le prime due settimane di marzo, i gestori di Fondi Comuni hanno acquistato 9,2 milioni di once o 285 tonnellate. Per metterlo in una prospettiva più ampia, in ciascuno degli ultimi due anni le banche centrali hanno acquistato più di 1.000 tonnellate, evidenziando ancora una volta la natura aggressiva del recente acquisto di fondi.
Bisogna tenere presente che questo gruppo di gestori, tende ad anticipare, accelerare e amplificare i cambiamenti di prezzo messi in moto dai dati fondamentali, poiché tendono a seguire la direzione del trend principale, con una strategia che spesso vede questo gruppo di trader acquistare in punti di forza e vendere nei punti di debolezza. Nel breve termine, l’oro deve mantenere livelli di supporto chiave per evitare una nuova tornata di prese di profitto, ma finora le correzioni osservate sono state sufficientemente superficiali da impedire una debolezza prolungata e profonda dei prezzi.
In ogni caso le Banche Centrali stanno segnando il trend. In seguito alle vendite di oro nei 22 anni precedenti e la crisi finanziaria globale del 2008, le banche centrali dei mercati emergenti hanno iniziato ad acquistare 500 tonnellate di oro all’anno tra il 2010 e il 2021. Ciò rappresentava il 10% di un mercato di 5.000 tonnellate all’anno. Questi numeri sono raddoppiati dopo la pandemia, con paesi come Cina, Polonia e Singapore in testa.
L'argento, nel frattempo, è da tempo in difficoltà rispetto all'oro, anche perché il metallo bianco non ha goduto del citato sostegno delle banche centrali. Nell’ultimo mese, tuttavia, il metallo semiprezioso, che deriva circa la metà della sua domanda da applicazioni industriali, ha ricevuto una spinta da un settore dei metalli industriali in ripresa, non ultimo il rame, che ha recentemente raggiunto il massimo di 11 mesi, sostenuto da una stretta del settore minerario.
Il miglioramento delle prospettive ha temporaneamente spinto il rapporto oro-argento al nuovo minimo da inizio anno, intorno a 85 once d'argento per un'oncia d'oro, prima di tornare più in alto all'attuale 88,40. Nel 2022, l’argento ha registrato una forte domanda da parte dell’India, che ha importato quantità record di metallo bianco. Ma quella domanda non è riuscita a mantenersi nel 2023, e l’argento ha avuto un anno alquanto deludente. In questi primi mesi del 2024 sembra che la domanda sia nuovamente cresciuta.
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Carlo Vallotto
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