L’incertezza economica e geopolitica tende ad essere un fattore positivo per l’oro, che è ampiamente visto come un bene rifugio grazie alla sua capacità di rimanere una riserva di valore affidabile.
I prezzi dell’oro sono aumentati negli ultimi mesi del 2023 grazie soprattutto al potente rally che è stato innescato dagli acquisti delle banche centrali e dalla crescente preoccupazione degli investitori per i conflitti Israele-Hamas e Russia-Ucraina. Il calo del dollaro USA e le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve hanno ulteriormente incrementato i prezzi metallo giallo, che hanno raggiunto il livello record di 2.220 dollari l'oncia a metà marzo.
Dopo un ciclo di rialzi che ha spinto il tasso dei fondi Fed al livello più alto in oltre 22 anni, i politici del Federal Open Market Committee (FOMC), hanno indicato almeno che vi potranno essere tre tagli dei tassi nel 2024, grazie al fatto che l’inflazione è in discesa rispetto ai massimi di 40 anni visti nella metà del 2022. Ma la domanda che molti si fanno, è se con i prezzi dell'oro che rimangono intorno ai 2.200 dollari l'oncia, si potrebbe prevedere un'altra corsa rialzista per il metallo prezioso mentre i tassi iniziano a scendere?
“È improbabile che le materie prime traggano vantaggio dall’inflazione core nel 2024. L’inflazione dovrebbe scendere al di sotto del 3%, quindi, insieme a una corretta tempistica del ciclo economico, sono le due condizioni necessarie per avviare posizioni lunghe, rendendo le prospettive per il settore molto tattiche in termini di inflazione”, ha affermato Natasha Kaneva, responsabile della strategia globale sulle materie prime presso JP Morgan. “Per quanto riguarda le materie prime, per il secondo anno consecutivo, l’unica previsione rialzista strutturale che manteniamo riguarda l’oro e l’argento”.
L’incertezza economica e geopolitica tende ad essere un fattore positivo per l’oro, che è ampiamente visto come un bene rifugio grazie alla sua capacità di rimanere una riserva di valore sempre affidabile. Ha infatti una bassa correlazione con altre classi di attività, quindi può fungere da assicurazione durante il calo dei mercati e nei periodi di stress geopolitico. Un dollaro USA più debole e tassi di interesse statunitensi più bassi aumentano anche l’attrattiva del metallo giallo per gli investitori.
L'anticipazione ha svolto un ruolo chiave nell'innescare il rally del prezzo dell'oro, poiché è influenzata dalle aspettative del mercato sulla futura politica della Fed.
"Tra tutti i metalli, abbiamo la massima convinzione su una previsione rialzista a medio termine sia per l'oro che per l'argento nel corso del 2024 e nella prima metà del 2025, anche se la tempistica di un ingresso continuerà ad essere fondamentale", ha affermato Gregory Shearer, Responsabile della strategia sui metalli di base e preziosi presso JP Morgan.
Entro il secondo trimestre del 2024, gli economisti di JP Morgan prevedono che la crescita statunitense rallenterà allo 0,5% su base trimestrale. Ciò dovrebbe indurre la Fed a iniziare a tagliare i tassi a giugno, effettuando infine tagli di 125 punti base nella seconda metà dell’anno per evitare una recessione.
Secondo le stime di JP Morgan Research, i prezzi dell’oro raggiungeranno il picco di 2.300 dollari l’oncia nel 2025. Questa previsione presuppone un ciclo di tagli della Fed che inizialmente prevede tagli di 125 punti base (bp) nella seconda metà del 2024, spingendo i prezzi dell’oro verso nuovi massimi nominali.
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Carlo Vallotto
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