Le ultime settimane hanno visto l’oro essere sempre più protagonista nei mercati finanziari. Cosa potrebbe riservarci il prossimo futuro?
Una grande fiammata nella notte di questo inizio settimana ha visto il metallo prezioso salire ai valori massimi storici in quasi tutte le valute a parte il franco svizzero.
Lunedì infatti i prezzi dell'oro sono saliti nelle prime ore delle contrattazioni poiché le rinnovate ostilità tra Israele e Hamas hanno aumentato l'attrattiva del bene rifugio. Il cessate il fuoco della scorsa settimana aveva fatto sperare che la lotta potesse finire, ma quando le due parti hanno ripreso a combattere durante il fine settimana, i prezzi dell’oro sono stati catapultati a un livello record.
L’oro si trova ad affrontare una serie di scenari in cui la forza del dollaro, una possibile recessione, l’inflazione e il futuro andamento dei tassi di interesse giocano tutti un ruolo importante.
Negli ultimi tempi l’oro ha attraversato un periodo di volatilità. Nel marzo 2022, l’inizio del conflitto Russia-Ucraina ha visto il prezzo del metallo giallo balzare a un massimo di 2.069 dollari, prima che una costante svendita vedesse i prezzi scendere fino a sfiorare i 1.600 dollari nel settembre 2022. Nel marzo 2023, l’oro ha registrato un forte rimbalzo. Poi in seguito al crollo della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti, ha nuovamente sfondato la barriera dei 2.000 dollari per registrare un nuovo massimo, prima di perdere nuovamente parte del suo splendore. Il metallo giallo attualmente si trova ad affrontare un mix di venti favorevoli che potrebbero potenzialmente spingerlo ancor più verso l’alto, così come venti contrari che potrebbero anche esercitare una pressione al ribasso sul suo prezzo.
Il tradizionale status dell'oro come bene rifugio ha attirato il suo interesse facendo crescere il prezzo sopra la resistenza dei 2.000 dollari in diverse occasioni durante i primi mesi di quest'anno. In particolare, se torniamo un pò indietro con la memoria il crollo della Silicon Valley Bank, combinato con l'acquisizione forzata del Credit Suisse da parte di UBS, ha portato gli investitori ad investire nell'oro alla ricerca di stabilità. Successivamente, una combinazione di fattori come l’aumento dei rendimenti, il rafforzamento del dollaro e il continuo atteggiamento aggressivo delle banche centrali hanno portato al nuovo calo dei prezzi. Nel frattempo, le continue tensioni geopolitiche e le preoccupazioni che gli Stati Uniti possano entrare in recessione, hanno contribuito a sostenere il prezzo dell’oro al di sopra del livello di 1.950 dollari.
L’ottimismo di inizio settimana, che ha visto l’oro raggiungere il massimo storico di 2.135 dollari l’oncia, prima di tornare nella zona a ridosso dei 2.000 dollari, è stato determinato dalle attese favorevoli degli investitori nei confronti della Federal Reserve che si stava avvicinando alla conclusione della stretta monetaria, mentre il mercato rifletteva sulla difficile strada da percorrere per ridurre l’inflazione. Tra le altre cose, questa aspettativa ha comportato perdite su tutta la linea nei mercati delle materie prime. Più recentemente, l’evidenza che l’inflazione negli Stati Uniti si sta effettivamente moderando sta fornendo sostegno all’oro, poiché riduce le aspettative sui tassi di interesse in futuro, rendendo il metallo più attraente e meno costoso da detenere per gli investitori.
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Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
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