Mer, 18 dicembre 2024

Oro, tutto o quasi, dipende dalla FED

Le attese sui Tassi di interesse saranno il principale indicatore per comprendere la futura traiettoria dei prezzi.

I tassi di interesse più elevati sono una specie di "anatema" per l'oro. Come possiamo interpretare questo fatto, ovvero che l’oro ha una correlazione negativa costante con le aspettative sui tassi di interesse della Fed? In pratica come asset di riserva della banca centrale, l'oro è ancora una sorta di valuta globale a tutti gli effetti. Il problema è che non paga interessi. Quindi quando la Fed e altre banche centrali hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse a causa dei tassi di inflazione più elevati e a ridurre nel contempo le dimensioni dei loro bilanci, le valute come il dollaro statunitense (USD) sono apparse relativamente più attraenti rispetto all'oro.

In effetti, l'oro ha quasi sempre mostrato una correlazione negativa costante con i cambiamenti quotidiani nelle aspettative su dove potrebbe essere il tasso di riferimento della Fed tra due anni, come prezzato dal tasso sui fondi federali. Visivamente, la correlazione è evidente. Quando i mercati hanno iniziato ad aspettarsi una diminuzione dei tassi di interesse sia nel 2019 e poi all'inizio del 2020 e ancora nel 2024, i prezzi dell'oro sono saliti alle stelle.

Con la differenza che, alla fine del 2020 e nel 2021, il mercato ha ritenuto che la Fed non poteva (o non voleva) seguire l'Europa e il Giappone verso tassi negativi e l'oro ha smesso quindi di salire. Ad esempio, nel 2022, quando le aspettative si sono spostate verso il ritmo più rapido di aumenti dei tassi della Fed degli ultimi quattro decenni, la conseguenza è stata che i prezzi dell'oro sono scesi per i primi nove mesi dell'anno.

La fotografia di quel periodo compreso tra 2021 e il 2022, quando c'è stato un aumento effettivo dell'inflazione, si è creato un grande dilemma per gli investitori in oro. Da un lato, un'inflazione più elevata significa che il dollaro USA e altre valute erano in grado di acquistare meno asset reali come i metalli preziosi. D'altro canto, una volta che le banche centrali si sono rese conto che l'impennata dell'inflazione non era transitoria, hanno iniziato a stringere velocemente la politica monetaria, cosa che non succedeva dal 1981.

Allo stato attuale la "guerra all'inflazione” che ha tenuto banco tutto il 2024, può tutt'altro che considerarsi conclusa. Infatti secondo gli ultimi dati disponibili, negli Stati Uniti il suo valore si aggira ancora intorno al 2.8%, un valore ben lontano dal target del 2%. Inoltre secondo i principali economisti, la nuova Amministrazione Trump, potrebbe attuare politiche economiche, soprattutto in ambito energetico, che favorirebbero il riacutizzarsi dell'inflazione.

Se l'inflazione si rivelasse più difficile del previsto da combattere, potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio per l'oro. Da un lato, l'oro potrebbe trarre vantaggio da un dollaro USA che perderebbe valore più rapidamente del previsto. Dall'altro lato, un'inflazione più alta del previsto potrebbe impedire alla Fed di tagliare i tassi nel modo in cui i mercati dei tassi di interesse e l'oro hanno incorporato nei loro prezzi.


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Carlo Vallotto

DISCLAIMER: Le indicazioni contenute in questo messaggio non costituiscono in alcun modo delle raccomandazioni di acquisto o vendita: esse rappresentano una libera interpretazione dei mercati basata sull’analisi tecnica. Lo scrivente declina ogni responsabilità per le perdite derivanti dalle attività intraprese sulla base di queste analisi.

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