Come reagisce l’oro paragonandolo ai tassi reali? Vediamo innanzitutto le differenze tra tassi reali e nominali e le loro implicazioni sul bene rifugio
Durante le crisi di mercato, gli investitori spostano il loro interesse verso il bene rifugio per eccellenza che in questo contesto guadagna il 6%.
Beni rifugio in rialzo in questo periodo turbolento dal punto di vista geopolitico, si trovano spesso sotto i riflettori, come nel caso del comparto energetico o dei beni rifugio come l'oro. Tuttavia è proprio il metallo giallo che attira la nostra attenzione, poiché non è sempre stato apprezzato viste le quotazioni degli ultimi anni quasi ferme sotto il valore chiave dei $2.000. Eppure a detta di molti osservatori di mercato, con un'inflazione galoppante il metallo prezioso dovrebbe trovarsi a livelli molto più elevati di prezzo.
In particolar modo in un clima di tassi reali positivi che dovrebbero creare un clima favorevole per l'oro. Ma i tassi reali cosa sono nello specifico? Se abbiamo imparato che i tassi di interesse sono il costo che dobbiamo pagare nel momento in cui prendiamo a prestito del denaro, e vengono aumentati quando l'inflazione cresce e surriscalda l'economia, i tassi reali sono proprio correlati con queste due precedenti voci. E vengono sempre tenuti sott'occhio dai professionisti della finanza perché determinano nella realtà se siamo in un contesto di svalutazione oppure no.
I tassi reali si ottengono semplicemente sottraendo dai tassi di interesse all'inflazione e quindi se positivi il potere di acquisto rimane uguale o tende a crescere, mentre nel caso contrario accade l'esatto opposto. Quindi i tassi di interesse reali descrivono la crescita del valore reale degli interessi su un prestito o deposito, adeguato all’inflazione. I tassi di interesse nominali, invece, ci mostrano il tasso di interesse grezzo che non è adeguato all’inflazione. Se il tasso di inflazione in un determinato paese fosse pari allo zero %, i tassi di interesse reali e nominali sarebbero lo stesso valore. Poiché l’inflazione riduce il valore reale di un prestito, tuttavia, un tasso di inflazione positivo significherà che è più probabile che il tasso di interesse nominale sia maggiore del tasso di interesse reale.
In questo contesto l'oro tende ad avere una correlazione particolare ed a reagire di conseguenza. La domanda che ci si pone è quale tipo di correlazione sia presente e se nel tempo è cambiata. E in un momento di elevata inflazione e aumento dei tassi di interesse, potrebbe essere il momento di rivedere le precedenti ipotesi sull’oro.
L’oro è correlato negativamente con i tassi di interesse reali. Questa è stata la conclusione che molti studi hanno dimostrato ultimamente e che hanno chiarito come l’oro sia nel mezzo di un “tiro alla fune” tra tassi di interesse e inflazione.
Ora che l’inflazione è elevata e i tassi di interesse stanno aumentando lungo tutta la curva, oggi tale conclusione è ancora valida? E cosa significa per l’oro come asset class? L’oro in precedenza ha avuto da sempre una correlazione negativa con i tassi di interesse reali.
Osservando questo recente periodo e i dati storici, possiamo vedere che durante i cicli di rialzo dei tassi la correlazione tra l’oro e i rendimenti reali tende a salire da negativa a positiva. Cioè, il prezzo dell’oro sale insieme ai rendimenti reali. Ovvero quando gli asset rischiosi come le azioni sono guidati da un’abbondante liquidità, invece che da una forte crescita, è probabile che abbiano una relazione negativa con i rendimenti reali. E quindi nel momento in cui la liquidità inizia a venir meno, ad esempio quando le banche centrali iniziano ad aumentare i tassi e i rendimenti reali aumentano, l’oro potrebbe non essere una copertura particolarmente buona contro un’ondata di vendite del mercato azionario.
In effetti dal momento in cui la liquidità ha cominciato a venir meno nei mercati finanziari, tramite l'aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve, i mercati azionari hanno cominciato a scendere. E anche l'oro ha registrato una performance relativamente poco interessante sia perché non ha beneficiato dei flussi di denaro alla ricerca di una copertura contro l’inflazione, sia comunque perché non ha perso terreno a causa dell’impatto dei tassi in aumento.
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Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
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