Il nuovo anno comincia bene per il prezioso metallo giallo. E si sa che chi ben comincia...
Il nuovo anno per l'oro nasce sotto una nuova stella che sembrerebbe poter favorire la crescita del prezzo dell'oro. Le incognite rimangono sul tavolo certo, ma dopo anni di prezzo sottovalutato, questo potrebbe essere l'anno buono per l'oro. Secondo Ole Hansen, rispettato stratega delle materie prime presso la danese Saxo Bank, afferma che è possibile vedere un oro in crescita, una volta che i mercati si renderanno conto che l'inflazione globale rimarrà alta nonostante la stretta monetaria ad opera della Federal Reserve e delle altre Banche Centrali.
È importante sottolineare che la previsione che il metallo giallo potrebbe salire a $ 3.000 l'oncia nei prossimi anni, è determinata dalla causa-effetto dello stimolo economico globale e della stampa di denaro. Infatti oggi ci troviamo in un mercato rialzista secolare e come abbiamo più volte sottolineato, l'oro ha avuto una crescita positiva che dal 2000 ad oggi lo ha portato a crescere del 80%.
Ci sono in particolare tre fattori da tenere sotto controllo che potrebbero favorire la ripresa dell'oro e registrare nuovi record di prezzo. Uno, una crescente "mentalità da economia di guerra" che potrebbe scoraggiare le banche centrali dal detenere riserve di valuta estera in nome dell'autosufficienza, il che favorirebbe l'acquisto di oro fisico. Secondo, i governi continueranno ad aumentare la spesa in deficit su progetti ambiziosi come la transizione energetica. E tre, una potenziale recessione globale nel 2023 spingerebbe le banche centrali ad aprire i rubinetti della liquidità.
Certo magari tremila dollari potrebbero sembrare esagerati nel corso del 2023, ma ciò non toglie che sia un target esageratamente ambizioso per i prossimi 18 mesi. C'è un crescente appetito delle banche centrali per l'oro come attività di riserva. I banchieri centrali e i ministri delle finanze possono anche occuparsi di valute cartacee, ma dietro le quinte stanno divorando il metallo giallo al ritmo più veloce a memoria d'uomo. Nel terzo trimestre, gli acquisti netti ufficiali di oro sono stati di circa 400 tonnellate, circa 20 miliardi di dollari, il massimo in oltre mezzo secolo.
La Turchia è stata il principale acquirente di oro nel terzo trimestre, seguita da Uzbekistan e India.
La scorsa settimana, la banca centrale cinese ha rivelato di aver acquistato oro per la prima volta dal 2019. Il paese asiatico ha dichiarato di aver recentemente aggiunto 32 tonnellate, o 1,8 miliardi di dollari, portando il totale a 1.980 tonnellate.
Nonostante sia il sesto più grande detentore di oro, senza contare il Fondo monetario internazionale (FMI), la Cina ha ancora molta strada da fare se vuole diversificarsi dal dollaro USA in modo significativo. Il metallo rappresenta solo il 3,2% delle sue riserve totali, secondo i dati del World Gold Council (WGC). Confrontalo con il 65,9% delle riserve negli Stati Uniti, il più grande detentore al mondo con oltre 8.133 tonnellate.
Inoltre come detto all’inizio, con l'inflazione che sembra persistere nel prossimo anno, una recessione da piccola a moderata appare sempre più probabile. C'è il rischio che la Federal Reserve si irrigidisca eccessivamente, e questo ha forti implicazioni macroeconomiche per l'oro.
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Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
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