Se il ruolo dell'oro come valuta alternativa globale è destinato ad aumentare, probabilmente aumenterà anche il suo prezzo.
Con l'escalation delle tensioni con Russia e Cina, i cosiddetti paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) si stanno preparando a sferrare un colpo contro l'egemonia del dollaro USA.
Le cose stanno cambiando nei mercati degli scambi internazionali. Se infatti fino ad oggi il Dollaro Usa ha mantenuto il suo predominio come valuta forte da poter utilizzare nel commercio mondiale, ora sembra stia iniziando a scricchiolare. Il processo chiaramente è solo all'inizio, ma ormai sempre più spesso si cominciano a cercare dei sostituti del biglietto verde.
E proprio la scorsa settimana, l'ambasciata russa in Kenya ha dichiarato: "I paesi BRICS stanno progettando di introdurre una nuova valuta commerciale, che sarà sostenuta dall'oro".
Sebbene qualsiasi affermazione proveniente da fonti russe inviti allo scetticismo, analisti indipendenti si aspettano che i BRICS continuino a perseguire la de-dollarizzazione e che l'oro possa svolgere un ruolo molto importante in tale processo. In ogni caso, un quadro più specifico per avere maggiori dettagli su una valuta sostenuta dall'oro, si potrà avere nelle dichiarazioni che verranno rilasciate durante il vertice BRICS che si terrà il mese prossimo in Sud Africa.
Gli investitori non dovrebbero aspettarsi che la Cina o altre grandi potenze dichiarino un immediato abbandono della banconota della Federal Reserve, il “dollaro” nel commercio internazionale. Per ora, infatti non esiste un'unica alternativa universalmente preferita. Leslie Maasdorp, vicepresidente della BIRCS New Development Bank, ha dichiarato: "Ci vorrà molto tempo prima che i movimenti valutari prendano forma, quindi qualsiasi discussione sulle valute alternative è davvero un'idea più a medio e lungo termine".
Detto questo, la tendenza alla de-dollarizzazione non è comunque una fantasia proiettata in un futuro lontano, visto che i passi che si stanno facendo sono nell’attuale presente. E lo si nota anche dal fatto che le banconote della Federal Reserve in proporzione alle riserve estere sono in costante calo negli ultimi anni.
A livello internazionale, tuttavia, la Russia non ha avuto altra scelta che perseguire alternative al dollaro in risposta alla sua inclusione nella lista nera del regime di pagamenti internazionali SWIFT, ovvero le sanzioni internazionali alle quali è stata sottoposta.
Altre nazioni hanno preso atto di questa lista nera di ritorsione - qualcosa che gli Stati Uniti non avevano nemmeno fatto durante la Guerra Fredda - e hanno rimpatriato sempre più le loro riserve auree per assicurarsi contro eventuali futuri attacchi o sanzioni.
Ora però sulla scena internazionale sta entrando in campo la Cina che sta cercando di togliere il potere agli Stati Uniti.
Il presidente Joe Biden ha definito il cinese Xi Jinping un "dittatore". I funzionari dell'amministrazione Biden hanno tentato di minimizzare la caratterizzazione. Ma l'offesa è stata chiaramente presa dal Partito Comunista Cinese.
La Cina si è mossa per attuare controlli sulle esportazioni di materie prime critiche, compresi i metalli delle terre rare. Gli Stati Uniti dipendono quasi al 100% dalla Cina per la fornitura di alcune di queste terre rare necessarie nelle applicazioni ad alta tecnologia ed energetiche.
Anche il segretario al Tesoro Janet Yellen si è recato a Pechino per cercare di placare i cinesi, insistendo sul fatto che vuole che le due potenze rimangano partner commerciali piuttosto che avversari. Implicito nel suo appello alla Cina è che qualsiasi mossa da parte cinese per abbandonare il dollaro USA e condurre scambi in una valuta alternativa sostenuta dall'oro sarebbe vista come un'escalation delle ostilità.
Naturalmente, non c'è nulla che l'amministrazione Biden possa fare per impedire alla Cina, ai suoi partner commerciali o ad altri paesi del mondo di continuare ad accumulare oro come riserve monetarie. Il semplice fatto che l'oro sia considerato dai paesi quali Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa come base per il commercio internazionale dovrebbe incentivare le banche centrali – e i singoli investitori – ad accumulare metalli preziosi. E se il ruolo dell'oro come valuta alternativa globale è destinato ad aumentare, probabilmente aumenterà anche il suo prezzo.
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Buon investimento a tutti
Carlo Vallotto
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